sabato 22 luglio 2017

Un pentimento che non riesce più a sperare... non è un vero pentimento




...Ciò che a Giuda è accaduto
per Giovanni non è più
psicologicamente spiegabile.

È finito sotto il dominio di qualcun altro:
chi rompe l'amicizia con Gesù,
chi si scrolla di dosso il suo "dolce giogo",
non giunge alla libertà, non diventa libero,
ma diventa invece schiavo di altre persone
- o piuttosto: il fatto che egli tradisce
questa amicizia deriva ormai dall'intervento
di un altro potere, al quale si è aperto...

La seconda sua tragedia - dopo il tradimento -
è che non riesce più a credere a un perdono.

Il suo pentimento diventa disperazione.

Egli vede ormai solo se stesso e le sue tenebre,
non vede più la luce di Gesù- quella luce
che può illuminare e superare anche le tenebre.

Ci fa così vedere il modo errato
del pentimento: un pentimento
che non riesce più a sperare,
ma vede ormai solo il proprio buio,
è distruttivo e non è un vero pentimento.

Fa parte del giusto pentimento
la certezza della speranza- una certezza
che nasce dalla fede nella potenza maggiore
della Luce fattasi carne in Gesù...


Benedetto XVI-- da "Gesù di Nazaret"


***
 

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