O Gesù mio, vieni in me
per vivificarmi con la
tua attività
di amore per il Padre
tuo,
e donami la grazia di
pregare.
Io non so pregare,
Gesù, tu lo vedi:
mi distraggo, mi
confondo,
vado cercando la mia
utilità soltanto,
la mia consolazione.
Vieni a me e prega tu
in me,
affinché la tua
preghiera sia la mia.
Prega tu in me e
formami alla preghiera.
Io ti offro e ti
abbandono la mia mente,
la mia memoria, il mio
cuore,
la mia sensibilità, i
miei affetti.
Nel dire queste parole, che ciascuno
può dire anche a modo
suo,
noi dobbiamo fare un
atto interno
di abbandono delle
nostre potenze,
proprio come chi offre
qualche cosa.
Dobbiamo confidare in
Gesù,
come chi rimette ad un
potente
e caro amico la
trattazione
di un affare che non
può trattarsi.
Poi lo riceveremo, e
rimarremo
raccolti in Lui, come
un bimbo si raccoglie
e riposa nelle braccia
del padre suo.
Gesù, allora, trova l'anima nostra
disposta a seguire la
sua attività,
benché non se ne
accorga,
e veramente Egli prega
in luogo nostro
e possiede le nostre
potenze
come strumento della
sua preghiera.
Allora ci trasfonde
poco per volta
la sua vita e ci educa.
Dobbiamo avere molta
costanza
in questo esercizio
tanto importante,
per raccogliere i
frutti dell'Eucaristia.
don Dolindo Ruotolo – Servo di Dio
***