Lo spirito Santo ci dà questo avvertimento:
“C'è qualcuno che desidera la vita
e brama lunghi giorni per gustare il bene?
Preserva la lingua dal male,
le labbra da parole bugiarde.
Sta' lontano dal male e fa' il bene,
cerca la pace e perseguila” (Sal 34,13-15).
Il figlio della pace deve cercare
e perseguire la pace.
Chi conosce e ama
il vincolo della carità
deve preservare la sua lingua
dal male e dalla discordia.
Fra le sue prescrizioni divine
e i suoi comandamenti di salvezza,
il Signore, la vigilia della sua Passione,
ha aggiunto questo:
“Vi lascio la mia pace,
vi do la mia pace” (Gv 14, 27).
Tale è l'eredità che ci ha lasciata:
tutti i doni, tutte le ricompense
che ha promessi sono legati
alla custodia della pace.
Se siamo eredi di Cristo,
rimaniamo nella pace di Cristo.
Se siamo figli di Dio,
obbiamo essere pacifici:
“Beati gli operatori di pace
perché saranno chiamati
figli di Dio” (Mt 5, 9).
Bisogna che i figli di Dio
siano pacifici, miti di cuore,
semplici nelle parole,
in perfetto accordo di sentimenti,
uniti fedelmente con il vincolo
di un pensiero unanime.
Questa concordia
esisteva un tempo,
sotto l'autorità degli Apostoli.
In questo modo,
il nuovo popolo dei credenti,
fedele alle prescrizioni del Signore,
mantiene la carità.
La prova è nella Scrittura
che dice: “La moltitudine di coloro
che eran venuti alla fede
aveva un cuore solo
e un'anima sola” (At 4,32).
E ancora: “Tutti questi erano
assidui
e concordi nella preghiera,
insieme con alcune donne
e con Maria, la madre di Gesù
e con i fratelli di lui” (1,14).
Da lì l'efficacia delle loro preghiere:
potevano essere sicuri
di ottenere tutto ciò che domandavano
alla misericordia di Dio.
San Cipriano