Non
possiamo essere uniti a Dio
se
non scegliamo liberamente di amarlo.
Ma
non possiamo amare Dio
se pecchiamo gravemente contro di lui,
contro
il nostro prossimo o contro noi stessi:
«
Chi non ama rimane nella morte.
Chiunque
odia il proprio fratello è omicida,
e
voi sapete che nessun omicida possiede
in se stesso la vita eterna » (1 Gv 3,14-15).
Nostro
Signore ci avverte che
saremo separati da lui se non soccorriamo
nei
loro gravi bisogni i poveri e i piccoli
che
sono suoi fratelli. 628
Morire
in peccato mortale
senza
essersene pentiti e senza accogliere
l'amore misericordioso di Dio, significa
rimanere
separati per sempre da lui
per
una nostra libera scelta.
Ed è
questo stato di definitiva auto-esclusione
dalla
comunione con Dio e con i beati
che
viene designato con la parola « inferno ».
Gesù
parla ripetutamente della « geenna »,
del
« fuoco inestinguibile », 629 che è riservato
a
chi sino alla fine della vita rifiuta
di
credere e di convertirsi,
e
dove possono perire sia l'anima che il corpo. 630
Gesù
annunzia con parole severe:
« Il
Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli,
i
quali raccoglieranno [...] tutti gli operatori di iniquità
e li
getteranno nella fornace ardente » (Mt
13,41-42),
ed
egli pronunzierà la condanna:
«
Via, lontano da me, maledetti,
nel fuoco eterno! » (Mt 25,41).
(da il Catechismo della Chiesa Cattolica, 1033, 1034)
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