Amare Dio
è una delle cose più
ardue
e più facili nello
stesso tempo:
più ardue perché trova
in noi
l'ostacolo terribile
dell'orgoglio
accentratore,
dell'egoismo, delle
passioni;
è una delle cose più
facili perché
tutta la creazione è un
invito all'amore,
e da tutte le più
piccole creature
vengono armonie che ci
spingono
ad amare il Creatore.
Le montagne erette sui loro cardini
sono come giganteschi
monumenti
che parlano di amore,
che segnano
i secoli lontani,
quando l'uomo
non era ancora sulla
terra,
e Dio gli preparava la
dimora.
Quelle cime elevate,
imbiancate dalle nevi,
sembrano fiotti di
acque pietrificate
e sospese in alto che
vogliono
inondare la terra di
amore.
Gli abissi rigurgitano
delle misteriose
acque dell'amore, e
levano le mani
all'Altissimo perché
noi le leviamo con loro.
Passano gli astri sul
nostro capo
come messaggeri di
luce, di potenza,
di ordine, di bellezza,
e c'invitano all'amore.
Tutto risuona di Dio
come campana osannante
che suona
a distesa sulla nostra
povera valle
e c'invita alla
preghiera,
alla contemplazione e
all'amore.
Se chiudiamo gli occhi
al mondo sensibile
troviamo
in noi stessi le voci
che c'invitano all'amore:
la mente assetata di
verità,
il cuore assetato di
affetti,
l'anima desiderosa di
altezze sconfinate
e di pace serena, la
coscienza
sensibile al disordine
morale
che l'angustia e la
tortura, i sensi insaziati
anche nei più raffinati
piaceri, tutto
è come il rigurgito di
una fiumana impetuosa
che cerca lo sbocco
nell'eterno
e placido oceano divino
per amare l'Infinito
Amore.
Don Dolindo Ruotolo
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