L'uomo si lascia
ingannare
dalla vanità delle
cose terrene,
perché non pondera che
esse passano;
vive nel tempo, è
travolto dal tempo,
vede i giorni e gli
anni susseguirsi
con impressionante
velocità,
ciò nonostante agisce
come se tutto
fosse eterno intorno a
lui.
È così che non si dà
pensiero
della nullità delle
cose umane,
buone o cattive che
siano,
e passa facilmente dal
delirio della gioia
alla cupa tristezza
della disperazione.
Passano le cose buone
e le cose cattive,
e rimane ciò ch'è eterno
o che ha relazione
alla vita eterna.
Tutto quello che dispone
Dio a suo tempo
è fatto con sapienza,
e tutto quello
ch'è passeggero
ritorna innanzi a Dio
per essere giudicato,
di modo che l'uomo non può immaginare
di essere abbandonato
al caso
nella sua vita, né può
supporre
di poter agire impunemente
a proprio arbitrio.
Ma c'è un'altra ragione
anche
più profonda: l'uomo
non
può fermarsi in nessuna
delle
cose che passano,
né
può scoraggiarsi
quando
esse l'opprimono;
ogni
cosa ha il suo opposto,
e
sia nel bene, sia nel male
bisogna
guardare
il
rovescio della medaglia
per
non essere ingannato.
Nasce
un uomo e si fa festa,
ma bisogna pensare
che
come si nasce così viene
anche
il tempo della morte,
e
non è bene sfrenarsi
nella
gioia della vita.
Si
pianta un campo, una vigna,
un
giardino, e si gode,
ma
può venire anche il tempo
di
svellere ciò che si è piantato,
e
non bisogna rallegrarsi soverchiamente.
Può
venire il tempo della guerra
e
dei flagelli che colpiscono
l'umanità
peccatrice, ma al castigo
succede
la misericordia,
e
viene anche il tempo di sanare;
nel
castigo si demolisce ciò ch'è male,
nella
misericordia
si
edifica ciò ch'è bene.
Don
Dolindo Ruotolo-Servo di Dio