giovedì 30 aprile 2015

Come un Tempio della sua gloria

 
Nell’architettura
d’un Tempio gotico
tutto è slanciato in alto;
le colonne, gli archi,
i pinnacoli trionfanti,
formati di pietra dura,
sembrano trofei di vittoria
sulla materia,
per i merletti di marmo
che ingentiliscono
la durezza dei massi,
per le curve
che li accarezzano
e li ammorbidiscono,
per i sesti acuti
che li irrigidiscono sugli abissi
come vittorie sul vuoto
e sulla profondità.

Il Sacerdote dev'essere
tutto tratto in Dio,
come un Tempio
della sua gloria,
rifulgente di virtù per Maria,
vittorioso del peso
della materia per Lei.

La purezza solleva in alto
le sue potenze,
la modestia addolcisce
la sua natura
che vorrebbe sbizzarrirsi
e la chiude
in un composto raccoglimento;
la dolcezza rende morbida,
per così dire,
la durezza del carattere,
l'occhio casto è come l'ogiva
aperta sull’azzurro,
che non ha per orizzonte
la terra ma l’immensità del cielo,
le sue mani beneficanti
sono come le ali del cuore
che porta dovunque
il puro amore della carità,
e non conosce
creature di terra,
ma solo immagini vive
del Redentore,
immagini pure,
che lo attraggono a Lui.

Egli non sa poggiare
sulla terra che per quello
ch'è indispensabile alla vita,
per il resto è come arco
slanciato in alto,
che non la tocca:
s’appoggia alla grazia
e si dona a Dio,
superando l’abisso
della propria natura.

È tutto librato a volo,
come colomba,
quando discende verso la terra,
ha sempre le ali pronte
a spiegarsi ed a riportarlo
in alto per sfuggire
alle insidie del male.

Don Dolindo Ruotolo



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