Michelangelo-Pietà
Il Sabato Santo è l’«Ora» della
Madre:
“Ora” tutta sua, nella quale lei,
la Donna, la Figlia di Sion, la
Madre della Chiesa,
visse la prova suprema della fede
e dell’unione
al Dio Redentore.
Straziata dal dolore per il Figlio
ucciso e sepolto,
per l’ingratitudine e l’infedeltà
del popolo eletto,
per il tradimento e l’abbandono
dei più intimi discepoli,
per l’ottusità di tutti nel credere
che egli
sarebbe risorto come aveva
predetto,
anch’essa è provata dalla
tentazione del dubbio,
al quale eroicamente resiste,
aggrappandosi alle parole del
Figlio
e alla fedeltà del Padre
onnipotente.
È la Madre della nostra fede.
Credette contro ogni evidenza,
sperò contro ogni speranza.
Per questo il Sabato Santo è “l’Ora”
sua,
nella quale davvero completò in sé
quel che mancava ai patimenti del
Cristo
a favore della sua Chiesa (cf. Col
1, 24):
poiché – dicono antichi autori –
in quel giorno tutta la Chiesa si
raccolse
nel suo cuore di Madre, e con la
Chiesa si raccolsero
e fiorirono in lei le speranze e
le attese del mondo.
***
“Noi non sappiamo, o Maria, da quale tipo
di consolazione profonda
sei stata sostenuta nel tuo Sabato santo.
Siamo certi però che colui che ti ha gratificata
di tali doni in momenti decisivi della tua
esistenza
ti ha sostenuto anche in quel giorno,
in continuità con tutte le grazie precedenti.
La forza dello Spirito, presente in te fin
dall'inizio,
ti ha sorretta nel momento del buio
e dell'apparente sconfitta del tuo Gesù.
Tu hai ricevuto il dono di poterti fidare fino in
fondo
del disegno di Dio
e ne hai riconosciuto nel tuo intimo la potenza e
la gloria.
Tu ci insegni così a credere anche nelle notti
della fede,
a celebrare la gloria dell'altissimo
nell'esperienza dell'abbandono,
a proclamare il primato di Dio
e ad amarlo nei suoi silenzi e nelle apparenti
sconfitte.
Tu, o Madre della speranza, hai pazientato con pace
nel Sabato santo e ci insegni a guardare con
pazienza e perseveranza
a ciò che viviamo in questo sabato della storia,
quando molti,
anche cristiani, sono tentati di non sperare più
nella vita eterna
e neppure nel ritorno del Signore.
L'impazienza e la fretta caratteristiche della
nostra cultura tecnologica
ci fanno sentire pesante ogni ritardo nella
manifestazione svelata
del disegno divino e della vittoria del Risorto.
La nostra poca fede nel leggere i segni della
presenza di Dio
nella storia
si traduce in impazienza e fuga.
Tu nel Sabato santo ci stai davanti come madre
amorosa
che genera i suoi figli a partire dalla croce,
intuendo che né il tuo sacrificio né quello del
Figlio sono vani.
Tu, o Maria, sei Madre del dolore, tu sei colei che
non cessa di amare Dio nonostante la sua apparente
assenza,
e in lui non si stanca di amare i suoi figli, custodendoli
nel silenzio dell'attesa.
Nel tuo Sabato santo, o Maria, sei l'icona della
Chiesa dell'amore,
sostenuta dalla fede più forte della morte e viva
nella carità
che supera ogni abbandono.
O Maria, ottienici quella consolazione profonda
che ci permette di amare anche nella notte della
fede
e della speranza e quando ci sembra di non vedere
neppure più
il volto del fratello!”
da “La Madonna del Sabato santo”, del
card. C.M.Martini
***
“Maria nostra speranza, abbi pietà di noi”
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