sabato 19 aprile 2014

Il Sabato Santo di Maria




Michelangelo-Pietà



Il Sabato Santo è l’«Ora» della Madre:
“Ora” tutta sua, nella quale lei,
la Donna, la Figlia di Sion, la Madre della Chiesa,
visse la prova suprema della fede e dell’unione
al Dio Redentore.

Straziata dal dolore per il Figlio ucciso e sepolto,
per l’ingratitudine e l’infedeltà del popolo eletto,
per il tradimento e l’abbandono dei più intimi discepoli,
per l’ottusità di tutti nel credere che egli
sarebbe risorto come aveva predetto,
anch’essa è provata dalla tentazione del dubbio,
al quale eroicamente resiste,
aggrappandosi alle parole del Figlio
e alla fedeltà del Padre onnipotente.

È la Madre della nostra fede.

Credette contro ogni evidenza,
sperò contro ogni speranza.

Per questo il Sabato Santo è “l’Ora” sua,
nella quale davvero completò in sé
quel che mancava ai patimenti del Cristo
a favore della sua Chiesa (cf. Col 1, 24):
poiché – dicono antichi autori –
in quel giorno tutta la Chiesa si raccolse
nel suo cuore di Madre, e con la Chiesa si raccolsero
e fiorirono in lei le speranze e le attese del mondo.


***


“Noi non sappiamo, o Maria, da quale tipo
di consolazione profonda
sei stata sostenuta nel tuo Sabato santo.

Siamo certi però che colui che ti ha gratificata
di tali doni in momenti decisivi della tua esistenza
ti ha sostenuto anche in quel giorno,
in continuità con tutte le grazie precedenti.

La forza dello Spirito, presente in te fin dall'inizio,
ti ha sorretta nel momento del buio
e dell'apparente sconfitta del tuo Gesù.
Tu hai ricevuto il dono di poterti fidare fino in fondo
del disegno di Dio
e ne hai riconosciuto nel tuo intimo la potenza e la gloria.

Tu ci insegni così a credere anche nelle notti della fede,
a celebrare la gloria dell'altissimo nell'esperienza dell'abbandono,
a proclamare il primato di Dio
e ad amarlo nei suoi silenzi e nelle apparenti sconfitte.

Tu, o Madre della speranza, hai pazientato con pace
nel Sabato santo e ci insegni a guardare con pazienza e perseveranza
a ciò che viviamo in questo sabato della storia, quando molti,
anche cristiani, sono tentati di non sperare più nella vita eterna
e neppure nel ritorno del Signore.

L'impazienza e la fretta caratteristiche della nostra cultura tecnologica
ci fanno sentire pesante ogni ritardo nella manifestazione svelata
del disegno divino e della vittoria del Risorto.

La nostra poca fede nel leggere i segni della presenza di Dio
 nella storia si traduce in impazienza e fuga.

Tu nel Sabato santo ci stai davanti come madre amorosa
che genera i suoi figli a partire dalla croce,
intuendo che né il tuo sacrificio né quello del Figlio sono vani.
Tu, o Maria, sei Madre del dolore, tu sei colei che
non cessa di amare Dio nonostante la sua apparente assenza,
e in lui non si stanca di amare i suoi figli, custodendoli
nel silenzio dell'attesa.

Nel tuo Sabato santo, o Maria, sei l'icona della Chiesa dell'amore,
sostenuta dalla fede più forte della morte e viva nella carità
che supera ogni abbandono.

O Maria, ottienici quella consolazione profonda
che ci permette di amare anche nella notte della fede
e della speranza e quando ci sembra di non vedere
 neppure più il volto del fratello!”

da “La Madonna del Sabato santo”, del card. C.M.Martini


***


“Maria nostra speranza, abbi pietà di noi”




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