sculture di Mimmo Paladino - foto di Pino Izzo
Figlia
mia, con gioia voglio invitarti a fare delle riflessioni utili per la tua
crescita umana e spirituale. E’ accaduto, anche recentemente, che Io ti abbia
mostrato quanto sia deleterio l’atteggiamento di chi molto parla e poco
ascolta. Ora vengo a parlarti di dialogo, quindi escludo soliloqui e monologhi,
che han la loro ragione d’essere, ma non sono al momento oggetto del mio
semplice insegnamento.
Partiamo
dalla considerazione sulle forme più facili di dialogo, cioè le comunicazioni,
i discorsi, gli scambi di idee con le altre persone. Nei vostri dialoghi è
tanto importante il parlare quanto l’ascoltare. Il vostro interlocutore è un
fratello che si trova presso di voi perché il vostro Dio lo ha voluto o permesso.
La persona con cui state dialogando non è venuta a voi con le mani vuote, ma
con il dono della sua esperienza di vita, con i sentimenti che avete fatto
maturare tra di voi e con la disposizione alla condivisione.
Voglio
ricordarvi che è nella condivisione che avviene una reale crescita vicendevole.
Il
fratello con cui parlate è tempio di Dio, così come lo siete voi. Il Signore
agisce, nella misura in cui glielo permettete, in voi e tra di voi per
sostenervi e aiutarvi nel difficile cammino della vita. Sapete discernere
quando il vostro Dio vi parla, servendosi della bocca del vostro amico, parente
o conoscente? Quanto spesso il vostro Dio vi parla per mezzo delle persone che
vi amano e voi non ve ne rendete conto! Quante volte voi non Lo ascoltate, perché
non credete che Lui possa servirsi di chi vi sta accanto per portarvi l’aiuto
di cui avete bisogno in quel momento. Siete tutti strumenti di Dio e canali
della grazia che Lui dona, in sovrabbondanza, per mezzo dell’amore fraterno.
Molto ci
sarebbe da dire sull’amore fraterno, ma voglio limitarmi a farvi notare che
l’amore è sempre umile e rispettoso e, per questa ragione, porta in sé
l’esigenza di ascoltare colui che interloquisce con voi. Ci sono alcuni che,
parlando con il prossimo, si preoccupano solo di sfogare i loro affanni,
mettono peso sulle spalle altrui, ma non si lasciano aiutare, perché sono
troppo incentrati su se stessi e sui propri problemi, cosicché rifiutano
l’aiuto del Signore che giunge loro per mezzo del fratello. Basterebbe un umile
e attento ascolto per rivedere le proprie opinioni e, dal confronto, potrebbe
scaturire la consapevolezza dell’utilità di un cambiamento di atteggiamento
verso avvenimenti o persone verso i quali ci si sente in conflitto.
E’
infatti scritto: “Un solo Dio Padre di tutti, che è al di sopra di tutti,
agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti”. (Efesini 4,6)
Il
vostro Dio vi soccorre per mezzo di molte Vie: interne od esterne.
Accenno
ora anche a un’altra forma di dialogo, che potrebbe sembrare meno semplice,
cioè il dialogo interiore dell’anima con Dio. Faccio osservazione a quelli che,
nella preghiera, dicono di dialogare con Dio, ma, di fatto, parlano soltanto
loro e non si dispongono in ascolto dell’Altro. Essi sono come pazienti che
vanno dal medico, elencano minuziosamente tutti i lori disturbi e poi se ne
vanno senza ascoltare né la diagnosi né la terapia che servirebbe. Dopodiché
continuano a lamentarsi… e affermano che Dio non ascolta le loro preghiere. E’
Dio che non ascolta o, piuttosto, sono loro che non ascoltano?
Cosa mi
dici, in merito, figlia mia?
(da
Messaggi Cristiani - Messaggio
del 19.03.2014)
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