venerdì 14 marzo 2014

Il santo viaggio



Percorrere il santo viaggio dell’anima è avventurarsi nelle profondità del proprio essere, per vedere quanto vi si trova, fare discernimento e modificare quanto sembra incongruo alla crescita umana e spirituale che si desidera. Così come in un campo crescono insieme sia buon grano che zizzania, similmente in ogni anima ci sono tendenze utili e altre nocive per la crescita armoniosa verso una felicità desiderabile e possibile, in virtù della Misericordia Divina. Tutto è possibile per chi ha fede e tutto si rende fattibile per chi si unisce al santo Desiderio di Dio, che vuole tutti i suoi figli salvi e felici. Il Lavoro di Dio,  manifestato nella Creazione, nella Redenzione e nel dono della grazia, abbisogna della collaborazione dell’anima per trovare compimento.

L’alfabeto che devono imparare le anime in cammino include tra i primi vocaboli:
-      Accogliere
-      Abbandonare

Si rende necessario accogliere Dio, che si presenta incessantemente al cuore dell’uomo per mezzo della vita quotidiana, negli eventi, nelle persone e in se stessi, cioè nelle profondità del proprio essere. La vita interiore di ciascuno è nascosta al prossimo, ma non a Dio, che condivide ogni emozione, ogni moto dell’anima di ogni essere umano.
Accogliere significa credere che il Volto di Dio è sempre chino su ciascuno dei suoi figli e che Lui non fa preferenze per nessuno, nonostante gli eventi che riguardano personalmente siano differenti. Se risulta molto facile accogliere quello che piace, risulta difficile accogliere quello che non piace. La sofferenza, in special modo, provoca un senso di repulsione, perché scatena la paura e fomenta le ansie della vita. L’anima allora tende a rifiutare e a chiudersi in se stessa. E così la sua tendenza, giorno dopo giorno, diventa abitudine a chiudere le porte a Dio, che è Presente anche nella sofferenza.

Dio non ha creato la sofferenza né può crearla, perché essa è nata dalla disobbedienza dell’uomo. Quindi l’uomo non è creato per la sofferenza e l’avversione che prova a suo riguardo è ragionevole. Ma, poiché il danno è stato fatto da tutti gli uomini per mezzo del peccato originale, generazionale, personale e comunitario, si rende necessario usare dello stesso  mezzo della sofferenza, per ritornare allo stato iniziale della grazia e andare oltre. Tanto fece Cristo, per amore di Dio e di tutti gli uomini, e similmente deve fare chi vuole seguirlo.
Non basta compiere le opere di pietà, che pure sono necessarie, ma bisogna  anche compiere il santo viaggio interiore, per vedere quanto bene ha seminato Dio e quanto male ha seminato l’uomo disobbedendo alle sante leggi. Vedere l’interno del proprio cuore è possibile per mezzo della Luce che Dio dona in sovrabbondanza, per collaborare con Lui alla propria santificazione, che è opera degna di Dio e resa accessibile agli uomini di buona volontà.
Accogliere la sofferenza che si presenta ogni giorno, è credere che da essa possono generarsi germi di gioia personale e comunitaria, perché Cristo ha vinto il peccato e la morte e ogni sofferenza ha il tempo contato, mentre la gioia divina è senza fine per coloro che sanno seguire Cristo Maestro e Salvatore.
Accogliere il Dio che viene incessantemente nelle vostre vite, significa voler abbandonare tutto quello che Lui non è, in primis la paura che alberga in ogni cuore.
La paura di vivere, di soffrire, di un futuro ignoto, la paura di morire, di perdere qualcosa che si ritiene necessario, la paura di non essere adeguati alle situazioni che si presentano, la paura di valere troppo poco di fronte a Dio e agli uomini. Vi riconoscete in qualcuna di queste paure?

Ci sono poi molte paure che non sapete neppure di avere, fino a che non analizzate con ragionevolezza certi vostri atteggiamenti che non vi piacciono ma sembrano far parte della vostra personalità. Il vostro vissuto ha lasciato segni nelle vostre anime e si sono generate abitudini di reazione agli stimoli della vita che credete incorreggibili, ma non è così, perché Dio fa nuove tutte le cose.
Vi può sembrare assurdo, ma nei cuori tanto è l’attaccamento alle abitudini che si teme pure di abbandonare quanto sapete e credete sia svantaggioso per le vostre vite. Può essere causa di preoccupazione o paura persino l’abbandonare un vizio, per cui lo conservate, magari giustificando con l’impossibilità di cambiare.
Certamente non potete cambiare da soli, perché da soli non potete fare nulla, ma Dio, vostro Padre, non fa mai mancare l’aiuto necessario alle anime e dona grazia sovrabbondante, invitandovi ad accoglierla. La grazia si accoglie abbandonando ciò che si oppone ad essa e la volontà dell’uomo si deve unire alla Volontà di Dio. Tutto quello che siete stati, che siete e che sarete è frutto dell’Opera di Dio e dell’opera vostra, perché, che lo sappiate o meno, lavorate con Colui che vi ha creati, vi mantiene in vita e vi guida verso la perfezione.

Abbandonare ogni “zizzania” presente nel vostro campo, richiede un cammino lungo di discernimento interiore e si attua per mezzo dell’abbandono della vostra vita nelle sante Mani del vostro Dio Creatore, Redentore e Santificatore.

Anima mia bella, tu hai paura di qualcosa??


 
da Messaggi Cristiani
- lettera tra cielo e terra- Messaggio del 06.08.2013





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