Anche quando la sera chiude la giornata,
dobbiamo dar lode a Dio col salterio
e cantare la sua gloria con dolci melodie,
per meritare il riposo come vincitori
al termine del certame dei nostri lavori,
e l’oblio del sonno
sia il premio della nostra fatica.
Non vediamo forse gli uccellini che,
quando l’aurora porta la luce al giorno,
nelle stanzette dei loro nidi
cantano svariate melodie?
E lo fanno con diligenza prima di uscire,
per lodare con dolcezza di suoni
il loro creatore,
non potendolo lodare con parole:
ciascuno di loro, non potendo far discorsi,
rende il suo omaggio con
melodie,
sì che par ringrazi più devotamente
chi più dolcemente canta
Lo stesso fanno al termine del giorno.
Che è dunque questo coro di gorgheggi
disposto con inesausta diligenza
in certe ore del giorno,
che è se non
una illimitata azione di grazie?
L’innocente uccellino non potendo parlare,
accarezza con la soavità del canto
il suo pastore.
Massimo
di Torino, Sermone 73,4
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