Noi conosciamo l'amore che ci hai dato,
senza limiti, inesprimibile,
che nulla può contenere;
esso è luce, luce inaccessibile,
luce che agisce in ogni cosa...
Che cosa non fa, infatti, questa luce,
e cosa non è?
E' incanto e gioia, dolcezza e pace,
misericordia senza eccezioni,
abisso di compassione.
Quando ce l'ho, non me ne accorgo;
la vedo quando se ne va;
mi precipito per prenderla,
ma vola via completamente.
Non so cosa fare e perdo le forze.
Imparo a domandare
e a cercare col pianto in grande umiltà,
e a considerare che non è possibile
avere
ciò che supera la natura,
e tanto meno è frutto del mio potere
o dello sforzo umano,
ciò che viene dalla compassione di Dio
e dalla sua infinita misericordia...
Questa luce ci conduce per mano,
ci fortifica, ci insegna,
mostrandosi e poi fuggendo
quando abbiamo bisogno di lei.
Non è quando lo vogliamo
– ciò appartiene ai perfetti –
ma quando siamo nella difficoltà
e completamente senza forze
che lei viene in nostro soccorso.
Appare di lontano
e mi dà di sentirla nel cuore.
Grido col cuore in gola
per arrivare a possederla,
ma tutto è notte,
e vuote sono le mie povere mani.
Dimentico tutto, mi siedo e piango,
disperando di vederla un'altra volta.
Quando ho pianto abbondantemente
e mi concedo di fermarmi,
allora, arriva misteriosamente,
mi prende la testa,
ed io mi sciolgo in lacrime
senza sapere chi è
che illumina il mio spirito
di una così dolce luce.
Simeone il Nuovo Teologo (circa 949-1022), monaco
ortodosso
Inno 18 ; SC 174
Inno 18 ; SC 174
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