domenica 6 settembre 2015

Dove vai a pascolare il gregge



  “Dove vai a pascolare il gregge”,
o buon pastore che porti
tutte le tue pecore sulle spalle?
Il genere umano infatti
è una pecora unica che
ti sei presa sulle spalle.
Mostrami il luogo del tuo pascolo,
fammi conoscere le acque tranquille,
guidami ai pascoli erbosi,
chiamami per nome,
affinché io ascolti la tua voce,
io che sono la tua pecora,
e la tua voce sia per me la vita eterna.

    Sì, “dimmelo, o amore dell’anima mia”.

Con quel nome io ti chiamo,
 perché il tuo Nome
è al di sopra di ogni altro nome,
inesprimibile e inaccessibile
a qualunque creatura
dotata di ragione.
Questo nome,testimone
dei miei sentimenti per te,
esprime la tua bontà.
Come non amarti,
 tu che mi hai amata
quand’ero tutta nera,
fino al punto di dare la tua vita
per le pecore di cui sei il pastore?
Non è possibile immaginare
amore più grande di questo:
aver dato la tua vita
per la mia salvezza.

    Insegnami dunque
 “dove vai a pascolare il gregge”,
ch’io possa trovare
il pascolo della salvezza,
saziami del cibo celeste
di cui ogni essere umano
deve nutrirsi
se vuole entrare nella vita,
correre verso di te
che sei la fonte
e bere a grandi  sorsi
l’acqua divina
che hai fatto sgorgare
per quanti hanno sete.
Quest’acqua discende
dal tuo fianco
 squarciato dalla lancia
e chiunque ne beve
diventa sorgente di acqua
che zampilla per la vita eterna.


San Gregorio Nisseno (ca 335-395), monaco e vescovo
Omelie sul Cantico dei cantici




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