giovedì 13 aprile 2017

L'ultima cena secondo Matteo



Venuta la sera,
si mise a mensa con i Dodici.
Mentre mangiavano disse:
 “In verità io vi dico, uno di voi mi tradirà”.
Ed essi, addolorati profondamente,
 incominciarono ciascuno a domandargli:
“Sono forse io, Signore?”.
Ed egli rispose:
“Colui che ha intinto con me
la mano nel piatto, quello mi tradirà.
Il Figlio dell’uomo se ne va,
come è scritto di lui, ma guai a colui
dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito;
 sarebbe meglio per quell’uomo
se non fosse mai nato!”.
Giuda, il traditore, disse: “Rabbì, sono forse io?”.
Gli rispose: “Tu l’hai detto”.
Ora, mentre essi mangiavano,
 Gesù prese il pane e, pronunziata la benedizione,
lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo:
“Prendete e mangiate; questo è il mio corpo”.
Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie,
 lo diede loro, dicendo: “Bevetene tutti,  
perché questo è il mio sangue dell’alleanza,
versato per molti, in remissione dei peccati.
Io vi dico che da ora
non berrò più di questo frutto della vite
 fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi
nel regno del Padre mio”.


Mt 26, 20-29






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