domenica 12 luglio 2015

La vanità delle cose umane



L'uomo si lascia ingannare
dalla vanità delle cose terrene,
perché non pondera che esse passano;
vive nel tempo, è travolto dal tempo,
vede i giorni e gli anni susseguirsi
con impressionante velocità,
ciò nonostante agisce come se tutto
fosse eterno intorno a lui.

È così che non si dà pensiero
della nullità delle cose umane,
buone o cattive che siano,
e passa facilmente dal delirio della gioia
alla cupa tristezza della disperazione.

Passano le cose buone e le cose cattive,
e rimane ciò ch'è eterno
o che ha relazione alla vita eterna.

Tutto quello che dispone Dio a suo tempo
è fatto con sapienza, e tutto quello
ch'è passeggero ritorna innanzi a Dio
per essere giudicato, 
di modo che l'uomo non può immaginare
di essere abbandonato al caso
nella sua vita, né può supporre
di poter agire impunemente
a proprio arbitrio.

 Ma c'è un'altra ragione
anche più profonda: l'uomo
non può fermarsi in nessuna
delle cose che passano,
né può scoraggiarsi
quando esse l'opprimono;
ogni cosa ha il suo opposto,
e sia nel bene, sia nel male
bisogna guardare
il rovescio della medaglia
per non essere ingannato.

Nasce un uomo e si fa festa,
 ma bisogna pensare
che come si nasce così viene
anche il tempo della morte,
e non è bene sfrenarsi
nella gioia della vita.

Si pianta un campo, una vigna,
un giardino, e si gode,
ma può venire anche il tempo
di svellere ciò che si è piantato,
e non bisogna rallegrarsi soverchiamente.

Può venire il tempo della guerra
e dei flagelli che colpiscono
l'umanità peccatrice, ma al castigo
succede la misericordia,
e viene anche il tempo di sanare;
nel castigo si demolisce ciò ch'è male,
nella misericordia
si edifica ciò ch'è bene.

Don Dolindo Ruotolo-Servo di Dio